Facciamo che ci sia il festival del cinema a San Paolo e che io mi faccia una bella scaletta di film per passare una domenica avvolta nella magica poltrocina semipelosa delle sale. Facciamo però che sia tanto sprovveduta da non acquistare il biglietto sabato (quando avrei potuto tranquillamente farlo) e che mi tocchi ripiegare sulla modesta visione di una sola pellicola; dal sito evinco infatti che si vendono i cumulativi fino al giorno prima della proiezione e quindi posso permettermi un solo biglietto d’ingresso ordinario. Facciamo che sia indecisa tra il film italiano e quello di Almodovar e che l’empasse si risolva a favore dell’italiano perchè il sito dei trasporti pubblici non funziona e non so assolutamente come raggiungere il luogo di proiezione dell’Almodovar. Facciamo che sia quasi contenta, visto che adoro i film italiani, perchè agli accadimenti esterni preferisco di gran lunga quelli interiori o al massimo quelli interpersonali. Facciamo che il film inizi alle 19 e 50 e che io esca di casa alle 18. Mettiamoci che scopra, aspettando vanamente, che il mio autobus non sia di servizio nei feriali. Aggiungiamo che cambi fermata e chieda informazioni per un tempo interminabile prima di individuare la retta via. Di nuovo addizioniamo il fatto che non abbia contanti e che non abbia preso la carta di debito nel timore di essere derubata (dato che mi ostino a creder di poter rincasare con i mezzi) e porti con me solo lo stretto necessario per il cinema e l’autobus di ritorno. Ma non smettiamo proprio ora di ipotizzare sulla mia malasorte e pensiamo che non ne azzecchi una, uscendo dalla metro sul lato opposto della Paulista e perseverando nella direzione sbagliata. Facciamo infine (infine sul serio?!) che raggiunga lo shopping center al cui terzo piano si trova il cinema, ma che salga sull’ascensore che serve i piani interrati e, non so con quale logica, solo il quinto di quelli elevati. Dopo un immotivato viaggio per i visceri del parcheggio, diciamo pure che riesca a mettermi in coda per l’acquisto del biglietto. Leggendo di varie proiezioni “lotadas” senza che fra queste appaia la mia, nonostante gli ormai 15 minuti di ritardo sull’ora di inizio, poniamo che ancora senta di potercela fare. Facciamo invece che no, che anche il mio bel film italiano sia “lotado”. Ma che significa poi? Assumiamo quindi che anche quello che, a detta di molti, sembrava un portoghese bene e velocemente acquisito, si riveli del tutto inadeguato per farsi comprendere da un bigliettaio cui non funziona il microfono. Concludiamo che non mi resti altro da fare che ripiegare su una proiezione estranea al festival e, nello specifico, su Bastardi senza gloria, di Quentin Tarantino. Sapendo che lo spettacolo inizierà solo alle nove e che ogni mia illusione di rincasare con i mezzi pubblici va in frantumi, e che mi ritrovo a mangiare cibo turco per mettere a tacere la fame, possiamo anche concludere quella che era solo la premessa: forse ho sviluppato del rancore inconscio verso questo film.
A seguire la premessa, la tesi: questo film è orribile. Capisco di aver rimpiazzato un’indagine intimista con un film di violenza deliberatamente gratuita e stereotipata, ma davvero il mio shock non ha eguali. Primo, la violenza e lo splatter un miglio al di là della mia soglia di sopportazione, senza artefatti fumettistici che stemperino un po’. Secondo, il tema che non credo ancora sdoganato da un doveroso rispetto e che, a mio parere, non dovrà esserlo mai. Terzo, una comicità che in taluni momenti supera quella propria del cattivo a tutti i costi o del vendicatore della notte tutto d’un pezzo (alla Chuck Norris, per intenderci) e che sconfina in un imbarazzante ridicolo mimico. Quarto, Brad Pitt con la mascella di fuori (forse questo appunto meritava di essere il primo). Quinto, a livello di linguaggio cinematografico, ricordo forse un paio di piani sequenza interessanti ma mi domando l’utilità di una suddivisione in capitoli che segue la trama pedissequamente e non crea alcun tipo di intreccio.
Non ci capisco nulla di cinema, mi ripeto uscendo dalla sala, perchè i miei colleghi sono entusiasta di questo film, perchè Tarantino è Tarantino. Ma quando il 24 ore non legge la mia carta di credito e sono costretta a chiedere al tizio della stazione di rifornimento di strisciarmela e di darmi 50 Reali che devolverò interamente al tassista poco più tardi, non posso che continuare a pensare a quanto detesti Bastardi senza gloria.