A volte ritornano e vanno in Bahia!

Il Tato è tornato da me! 10 giorni di nuovo in Brasile e, manco a dirlo, 10 giorni stupendi che certo ora pagherò con una dose di malinconia direttamente proporzionale.

Prima sera a San Paolo, giovedì: rodizio giapponese in Itaim Bibi (perchè diavolo non lo importano anche in Italia?).
Seconda sera a San Paolo, venerdì: puntatina in una escola de samba. Qui la gente si prepara al carnevale, definendo costumi, coreografie e musiche. A differenza del carnevale nordestino, dove ciascun quartiere si propone con il proprio carro, a San Paolo esistono queste officine gigantesche nelle quali chiunque può imparare ed esercitarsi. Esse hanno anche una funzione sociale, prelevando dalla strada molti ragazzini ed affidando loro un compito da portare avanti tutto l’anno. L’escola cui Leandro e Lidia ci portano è chiamata Rosa de Ouro e sin da quando iniziano i primi tamburi (che un centinaio di persone non cesserà di suonare per ben tre ore) è festa grande. Il Tato lo perdiamo di vista per un buon quarto di serata, trascinato, come gatto Silvestro dalla scia di profumo di cibo, dal sedere sodo e ipnotico di certe mulatte che…non ve le racconto, donne, perchè finireste per sentirvi (come me, d’altronde) degli esemplari difettosi.
Sabato riposo (post sbronza) e poi cena indiana con Antonio e Valdira. Valdira al volante taglia deliberatamente la strada ad un tizio che le suona il clacson e la supera; Valdira, offesa, lo insegue insultandolo, suonando e tentando affiancamenti azzardati. Ringraziamo tutti il cielo per non esserci imbattuti in un soggetto armato.

Domenica: prendiamo il volo per Salvador de Bahia. A Salvador alloggiamo in un meraviglioso bilocale dell’hotel riservatoci (a un prezzo di assoluto favore) da un amico del Tato che vive e lavora in questa città. La sera usciamo con lui e la sua splendida ragazza brasiliana e giriamo per locali ballando samba e reggae; solo grazie all’abilità del Tato che ha la musica no sangre, riusciamo a non sfigurare fra tanti brasiliani.
Il giorno seguente visitiamo il Pelourinho, la parte alta e antica della città, destreggiandoci tra le insistenze dei venditori ambulanti di qualsiasi genere e mercanzia. Concludiamo la giornata alla chiesa di Bonfim, dove un vecchietto di colore ci delizia con racconti su santi e Orixà, mischiando vivacemente cattolicesimo, Cadomblè e superstizione . Da lui compriamo, letteralmente,  una figa di legno e vari amuleti (Ndr: la figa è una mano a pugno chiuso col pollice infilato tra indice e medio, ricorda la mano del Signore crocefisso ed è un simbolo di buona sorte). La sera ci facciamo portare ad assistere ad un rito di Cadomblè che, per quanto inficiato dai caratteri di uno spettacolo per turisti, completa la nostra conoscenza della storia di questa religione africana, portata in Brasile dagli schiavi neri. A tratti repressi o ignorati, i riti africani si sono sviluppati in modo sotterraneo, imparentandosi con quelli cattolici al fine di passare inosservati; il risultato è un sincretismo diffuso e spesso nemmeno cosciente, che associa ai santi cristiani qualità degli Orixà africani e che intride tutto di un affascinante esoterismo.

Martedì ci imbarchiamo in direzione Morro de Sao Paulo, prominenza  dell’isola di Tinhare (la maggiore della Baia de Todos os Santos). Cerchiamo una pousada nella quale alloggiare e commettiamo l’errore di sentirci in buone mani quando incontriamo un albergatore italiano; avremmo potuto avere di più e a meno e per questo, sistemate le cose, ci dedichiamo alla ricerca di una nuova pousada per il giorno seguente. Passiamo il pomeriggio in quarta spiaggia (il morro ha infatti quattro spiagge dai nomi impronunciabili: primeira praia, segunda praia, terzeira praia e quarta praia; davvero difficili…) e ceniamo in segunda con una discreta moqueca. Taccio, per non tediare, le numerose caipirinhas prese con qualsiasi pretesto: aperitivo, drink per la cena, drink per chiudere la serata…
Il giorno dopo cambiamo residenza inventandoci scuse improbabili con l’italiano ed evitando, con una premura inutile e ridicola, di passare davanti alla vecchia pousada. Si noti che il morro ha una sola strada, sulla quale si affacciano praticamente tutte le pousadas; della serie rilassarsi mai…La mattina ci imbarchiamo, con due coppie argentine, due ragazze israeliane ed un brasiliano, per un’escursione tra isole, spiagge deserte, piscine naturali e bagni di argilla ringiovanenti (?). La sera ci arrampinchiamo per ore sul morro per raggiungere una fantomatica festa cui arriviamo stanchi ed assetati (ma per questo c’è la caipirinha!). Il giovedì il tempo non è dalla nostra ma ci regala comunque un tramonto splendido che celebriamo da una terrazza attrezzata di cuscini, stuoie, musica dal vivo e candele. La abbandoneremo solo per l’ennesima moqueca.
Che dire, il morro è davvero stupendo. Può essere tremendamente turistico e altrettanto deserto se solo ci si sposta di poco. Con questo non voglio incrementare un passaparola che è evidentemente già molto attivo in Italia, visto che sull’isola la quantità d’italiani è davvero esagerata, tanto da infastidire. Ad ogni modo, avendo più tempo a disposizione, avremmo optato per qualche pernottamento a Boipeba, un’isola di pescatori  spoglia e silenziosa; secondo me la dimensione migliore per godersi certi paradisi tropicali.

Il venerdì siamo già di ritorno. Impastigliati come si deve per non subire il mal di mare, cadiamo in uno stato di catalessi che ci coglie di sorpresa: io riesco a  dormire consecutivamente per due ore e mezza di navigazione con mare mosso; seppur al coperto, ad ogni ondata mi arriva in faccia uno spruzzo d’acqua ed io mi limito a sbiascicare uno “hmmm” asciugandomi il viso per poi…riprendere a dormire! Sull’aereo sono le hostess a strattonarci e a buttarci fuori. In taxi riapriamo gli occhi solo davanti al cancello di casa. Se avete problemi d’insonnia chiedete a me: ho io il prodotto che fa a caso vostro.

morro de sao paulo

morro de sao paulo

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6 Risposte to “A volte ritornano e vanno in Bahia!”

  1. b. Says:

    Sei diventata di diritto la mia nuova pusher. Dove mi procuro questa magica pozione di Morfeo?

    • blogorroica Says:

      Sarebbe un equivalente del Dramin…quello che si usa per non soffrire il mal di mare…questo, nello specifico, si chiama Dramavit. Davvero, puoi anche scegliere lo space vertigo in funzione come camera da letto: te la dormi comunque alla grande!

  2. Teo Says:

    Siete splendidi! :-)

  3. tatotuccio Says:

    Non manca un giorno?! Quello che hai descritto come Venerdì in realtà è Sabato. Venerdì siamo stati alla Escola de Samba. Per non ricordartelo.. eri proprio ubriaca!!! Ti tocca modificare l’articolo…

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